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Poema 4
Sposa
2. Io dormo, ma il mio cuore veglia.
La voce del diletto che picchia!
Sposo
Aprimi, mia sorella, mia diletta, mia colomba, mia immacolata;
perché il mio capo è pieno di rugiada
e i miei riccioli sono pieni di gocce della notte.
Sposa
3. Mi sono già levata la tunica, come rimettermela?
Mi sono lavati i piedi, tornerei ad imbrattarli?
4.Il mio diletto passò la mano per l’apetura dell’uscio,
e mentre lo toccava le mie viscere si commossero.
5. Mi alzai per aprire al mio diletto:
le mie mani stillarono mirra,
le mie dita furono piene di mirra squisitissima.
6. Tolto il chiavistello del mio uscio,
aprii al mio diletto.
Ma egli se ne era andato, era scomparso.
L’anima mia era venuta meno mentre egli parlava. Lo cercai senza trovarlo
Lo chiamai, e non rispose.
7. Mi trovarono le guardie di ronda per la città.
Mi picchiarono, mi ferirono
Mi tolsero di dosso il mio mantello.
Le guardie delle mura.
8. O figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro,
se trovate il mio diletto,
ditegli che io languisco d’amore.
Coro
9. Che cosa distingue il tuo diletto fra i diletti
Chè in tale maniera ci hai scongiurate?
Sposa
10. Il mio diletto è candido e rubicondo,
distinto fra mille.
11. Il suo capo è oro finissimo,
i suoi capelli come i germogli della palma,
e neri come il corvo.
12. Gli occhi suoi sono come colombe
lungo ruscelli d’acqua, lavate nel latte e posate lungo copiose correnti.
13. Le sue gote come aiuole d’aromi piantate dai profumieri.
Le sue labbra sono gigli e
Stillano mirra vergine.
14. Le sue mani fatte al tornio, sono d’oro e piene di giacinti.
Il suo corpo è avorio
smaltato di zaffiri.
15. le sue gambe sono colonne di marmo
posate sopra basi d’oro. Ha l’aspetto del Libano, è eletto come il cedro.
16. La sua gola è soavissima,
egli è tutto una delizia,
tale il mio diletto, tale il mio amico,
o figlie di Gerusalemme.
Coro
17. Dov’è andato il tuo diletto, o bellissima fra le donne?
Da che parte ha preso il tuo diletto,
per cercarlo con te?
Sposa
1. Il mio diletto è disceso nel suo giardino,
all’aiuola degli aromi, a pascersi tra i giardini e cogliere gigli.
2. Io sono del mio diletto, e il mio diletto è mio,
egli che si pasce tra i gigli.